Cosa mangiare

“Mangiare è uno dei quattro scopi della vita. Quali siano gli altri tre, nessuno lo ha mai saputo”.

Proverbio cinese

Tradizione Culinaria del Vallo di Diano
Tradizione Culinaria del Vallo di Diano
Tradizione Culinaria del Vallo di Diano
Tradizione Culinaria del Vallo di Diano
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Sono stati i nonni dei nostri nonni (contadini, agricoltori, pescatori) a tramandare ai lori figli la tradizione culinaria del Vallo di Diano e del Cilento. Questa è una terra che deve la sua peculiarità al clima presente in queste zone che favorisce una notevole biodiversità del territorio così da favorire la produzione di prodotti di qualità e genuini.

Tra le diverse specialità enogastronomiche di questi luoghi possiamo trovare:

  1. Carciofo bianco di Auletta/Pertosa;
  2. Fagioli di Casalbuono;
  3. Peperoni di Teggiano;
  4. Il Pasticcio di Caggiano.

Ma non solo, peculiarità del Vallo di Diano, frutto di una tradizione secolare, sono le salsicce e la soppressata. Queste vengono prodotte a seguito di un’accurata selezione e lavorazione della carni. Dopo l’asciugatura e una stagionatura successiva di 30-40 giorni, l’eventuale conservazione del prodotto avviene tradizionalmente sott’olio o sotto grasso, in barattoli di vetro o terracotta.

Non sono da meno le specialità legate al mondo dei formaggi in particolare il caciocavallo podalico che deve il proprio nome al bovino podolico presente nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Il prodotto si presenta con una crosta sottile e liscia e un colore che va dal bianco al giallo ambra. Il sapore varia: è dolce e poco sapido se fatto con caglio di vitello o se ancora fresco e più intenso e tendente al piccante se prodotto con caglio di capretto.

Un piatto degno di nota è “Patann e cicc” di Monte San Giacomo, piatto tradizionale che caratterizza il territorio da più di 25 anni. Si tratta di una sorta di purè di patate e fagioli condito, adagiando su di esso una mestolata di peperoni fritti o secchi fritti.